17.8.12

a proposito del pasto nudo libro...


Questa è una storia personale, una di quelle storie che dovrebbero restare intime e racchiuse nei nostri ricordi ma poiché alla base ci sono dei valori forti ed importanti quali il rispetto e la stima per il lavoro altrui ho deciso di raccontarla:

Era febbraio del 2009 quando Sonia, senza conoscermi di persona, mi contattò per chiedermi di scrivere e pubblicare una ricetta sul suo pasto nudo, perché voleva inserirmi fra gli chef consapevoli!
La mia prima reazione fu di pensare che “consapevole” lo ero ma chef… proprio no!
Parlammo al telefono e io le raccontai della mia riluttanza verso la rete e al mostrarmi in generale ma rimasi affascinato dal suo progetto e le chiesi di incontrarla perché solo parlandole di persona e guardandola negli occhi avrei potuto superare la diffidenza nei confronti del web!
In sostanza il discorso era che se il mio istinto si fosse fidato di lei, nella prima frazione di secondo del nostro incontro, poi non ci sarebbero stati problemi.
E così fu!
Arrivai a Formello con le mie spezie, la mia quinoa ed il mio pestello :-) e zac venne a prendermi alla stazione per portarmi dritto a casa.
Istintivamente appena misi piede a casa loro, mi tolsi le scarpe e già questo fu per me un buon segno perché mi fece subito sentire a casa mia ed esattamente dopo cinque minuti o forse meno che ero lì ci rendemmo conto che, pur essendo la prima volta che ci vedevamo, era come se ci fossimo sempre conosciuti.
In effetti c’è una spiegazione a tutto ciò.
Io e Sonia abbiamo un legame in comune che si chiama Melania.
Spesso i nostri amici ci assomigliano, a volte siamo noi ad assomigliare a loro!
Io e Melania siamo diventati grandi assieme. Ci siamo conosciuti all’asilo e siamo stati nella stessa classe, per dieci anni, fino alla terza media.
Da adulti, Melania mi ha sottratto al mondo dei numeri e mi ha accompagnato in quello dell’arte contemporanea.
Sonia e Melania si sono incontrate adolescenti al liceo poi sono diventate donne e in seguito mamme, più o meno, nello stesso periodo.
Oggi le nostre vite percorrono parallele, quotidianamente si incrociano sulla rete e qualche volta ci vediamo anche dal vivo ma ciò che ci accomuna sempre è la voglia di donare per il solo piacere di farlo, la voglia di mettere a disposizione degli altri le nostre conoscenze e contemporaneamente di apprendere quello che non sappiamo attraverso un continuo confronto. La voglia di sentirsi liberi di poter decidere, liberi di sbagliare, liberi di sentirsi diversi rispetto a chi non la pensa come noi, liberi di andare contro corrente con la soddisfazione di chi sa di non esser solo!

Oggi Melania mi scrive:
scusa sto approfittando di te... uffa mi viene spontaneo è che mi piacerebbe creare una comunità, un partito, non so... una cosa che mettesse in collegamento le persone buone e le facesse sentire forti e sicure di quello che sono. Smack

Tutto questo per far capire a chi non ci conosce che tipo di persone siamo, quanta stima e quanto rispetto c’è tra di noi e in quello che facciamo.
Io non so dirvi il piacere che ho provato quando Sonia mi ha detto che il libro è quasi pronto.
Il pasto nudo libro è anche un libro di cucina ma fondamentalmente è il resoconto di quattro anni di scambi nella rete tra persone che hanno, in un certo senso, lo stesso modo di pensare, di vivere e di affrontare la vita.
Il pasto nudo libro sarà autoprodotto e Sonia così spiega il motivo di questa decisione:

Fin dall’inizio abbiamo deciso di non rivolgerci a un editore (e vi assicuro che possibilità ce n’erano varie) perché volevamo fortemente che il libro fosse il frutto del sostegno di chi crede in ciò che stiamo facendo. Non so se avete mai sentito parlare di crowdfunding, io lo trovo una cosa stupenda in sé, intelligente e molto molto in sintonia con quello che credo dovrebbe essere il nuovo mondo al quale in tanti stiamo cercando di contribuire.
Un mondo nel quale le persone non si oppongano le une alle altre, siano estremamente attenuati l’individualismo e la competizione, e nel quale viga la collaborazione, l’entusiasmo, la gioia e i pensieri felici e positivi.

Il crowdfunding è molto così, una serie di persone entusiaste di un progetto che lo sostengono a seconda delle proprie possibilità, e che in cambio hanno dei piccoli regali o vantaggi (che ne so, una copia del libro a prezzo più basso o firmata, vasetti di pasta madre, conserve, segnalibri di etsy, laboratori di panificazione, giornate total bio consapevoli con me – ehm – no, non posso promettere che non vi romperò le scatole, inviti a cena in ristoranti consapevoli, merende pastonudiste e altre cosette).

Poi insomma ce ne sono solo mille copie, di più non potevamo per adesso, quindi prenotare *non è* una cattiva idea.

Queste mie poche parole non serviranno certo a convincere molti a prenotare il libro ma chiunque, passando per di qui, dovesse decidere di comprarlo avrà tutta la mia gratitudine e poi non immaginate il piacere di possedere un libro con una tale storia alle spalle, di poterlo sfogliare, toccare e respirarne l’odore!
Francesco

link utili:
per saperne di più, il pastonudolibro
per sostenere, prenotare ed acquistare il libro, cliccate qui

 

3.8.12

Il Sentiero degli Dei ed il Parco Regionale dei Monti Lattari



Il Sentiero degli Dei. Solo il suono di queste parole induce ad una riflessione spirituale poi una volta che si percorre il sentiero, si vive un’esperienza mistica simile alla vista della fumante Stromboli alle 5,30 del mattino dal ponte della nave che collega Napoli alle Eolie!
Ed allora ti tornano in mente, non solo l’indiscussa bellezza, ma la forza, l’energia e la storia di questi luoghi che hanno sedotto ed affascinato nei secoli gli esseri umani, più e meno sensibili, da Ulisse a Gore Vidal.

















L’effetto della visione di questa fotografia è stato per me positivamente devastante al punto tale da contribuire, in maniera decisiva, alla sempre più probabile conclusione di resettare la mia vita professionale e ricominciare con qualcosa di nuovo nel mio paese, che è l’Italia.
Con tutto il rispetto per l'efficienza della Francia e per la città di Parigi, dove ho trascorso gli ultimi due anni e dove avevo già vissuto dal 2003 al 2006, in questo momento mi sento arido, secco e asciutto proprio come una pianta di basilico che non è stata annaffiata da due giorni o poco più!
La fame e la sete della nostra cultura e della nostra terra sono talmente forti che non possono restare inascoltate.
La vita e l’energia del nostro paese le apprezzi solo quando sei lontano e quotidianamente ti confronti con una cultura ed una società che non sono le tue e che se in un primo momento ti sono sembrate migliori si rivelano poi essere assolutamente non spontanee.
Allora rifletti ed arrivi alla conclusione che non si può vivere di solo lavoro come delle macchine senz’anima, che la società non può essere nelle mani di persone motivate da un senso di individualismo e pensi che forse anche queste possono essere alcune delle cause della crisi economica e sociale che stiamo vivendo in Europa.
Mi sono bastati pochi giorni dal mio rientro in Italia per capire che qui, nonostante tutto, la gente è viva e, per fortuna, ci sono ancora molte persone che non sono demoralizzate ma che anzi civilmente lottano, consapevoli che oggi non si combatte più con le forche ma che le vere armi sono la riscoperta dei valori umani, la disponibilità ed il confronto verso il prossimo, il dividersi il pane e l’essere tolleranti.
Ed allora bisogna andare oltre i soliti luoghi comuni di un paese in cui non funziona niente, dove la classe politica non esiste più e compagnia bella.
Dobbiamo essere consapevoli della nostra unicità.
Non possiamo più limitarci a decantarla ma dobbiamo impegnarci a salvaguardarla e a tramandarla a chi verrà dopo di noi.
Io sono italiano, voglio vivere e lottare nel mio paese.
Francesco Tramontano


Di Maria Cimmino

Il nome di questo itinerario annuncia meraviglie e i luoghi attraversati mantengono la promessa. Questa passeggiata si svolge su un percorso da secoli utilizzato dalle popolazioni locali come via di comunicazione. Prima dell’apertura della carrozzabile tra Agerola e Amalfi, sentieri e mulattiere erano le uniche vie di comunicazione tra i centri abitati di queste aspre montagne. I tracciati erano battuti da contadini con i loro muli carichi di attrezzature agricole e prodotti della terra, ma anche da operai intenti a trasportare materiali da costruzione e così via. Il Sentiero degli Dei è probabilmente il più noto tra i percorsi del parco e la sua fama è assolutamente meritata, in quanto in un solo itinerario sono contenute valenze storico-architettoniche e naturalistiche, dalla geologia alla botanica.
Partendo da Bomerano si raggiunge Positano attraversando una incredibile successione di pareti e grotte, terrazzamenti coltivati e ruderi di antiche abitazioni, tratti boscosi e belvedere sospesi sulla costa. Gli incontri che si fanno su questo percorso sono quasi esclusivamente con altri escursionisti, per lo più stranieri. Ma capita ancora di incrociare il contadino che, con il mulo carico di frutta o attrezzi, torna o va verso il suo minuscolo orto faticosamente strappato alla pendenza del versante. Il percorso è molto ampio e curato, sempre ben marcato con segnavia e cartelli e il bassissimo dislivello fa sì che chiunque possa godere a pieno di uno dei luoghi più belli del parco. Solo il tratto finale, la discesa da Nocelle a Positano, richiede un minimo di cautela, in quanto i 1700 gradini vanno affrontati con calma per non avere poi fastidi muscolari o vesciche.


Di Nello Donnarumma

Il Parco Regionale dei Monti Lattari offre uno dei più ampi ventagli escursionistici dell’Appennino. La sua fitta rete di sentieri consente di sperimentare appieno la convivenza tra montagna e mare, che in questo territorio è stretta come in nessun altro luogo.
La maggior parte dei rilievi possiede versanti acclivi che spesso precipitano in vere e proprie pareti. I sentieri si snodano sempre in contesti panoramici di grande suggestione. La morfologia della penisola fa sì che molte delle passeggiate possibili su questi itinerari consentano di abbracciare con lo sguardo i due mari.
Qui vengono suggeriti quattro itinerari, scelti tra i tanti per bellezza e accessibilità.
Dalla montagna al mare si potranno scoprire le meraviglie del parco: il Sentiero degli Dei, quello di Punta Campanella con la Baia di Ieranto, i percorsi del Monte Faito e del Molare, infine la lunga passeggiata che esplora il Vallone delle Ferriere e la Valle dei Mulini.
La stagione ideale per mettersi in cammino è la primavera, quando alberi e arbusti sono in fiore e l’aria odora di ginestra.
Ma anche l’autunno regala belle emozioni, con i vigneti arrossati e l’aria tersa che consente di spingere lontano lo sguardo. I sentieri del parco sono adatti anche a passeggiate invernali, specie nelle giornate serene.