24.12.09

Gli Struffoli... Il più arabo dei dolci napoletani!


Profumi del Marocco per il mio dolce preferito della tradizione natalizia napoletana.
Questa è la mia versione, senza cocozzata (zucca candita) e senza diavulilli (confettini colorati) ma con solo miele di fiori d’arancio e scorzette di mandarino!
Un dolce semplicissimo dal sapore veramente unico che unisce due culture apparentemente molto distanti.



Per gli struffoli:
400gr di farina 00, 4 uova intere, sale, un cucchiaino di essenza di fiori d’arancio.
Lavorare tutti gli ingredienti a mano e far riposare. Dividere l’impasto in tanti pezzi e proseguire come per degli gnocchi di piccola dimensione.
Friggere gli struffoli in olio bollente pochi alla volta e farli scolare su carta assorbente.
Quando gli struffoli saranno freddi, fate sciogliere a bagnomaria 500gr di miele di fiori d’arancio poi unite le bucce tritate di due mandarini e gli struffoli.
Mischiate bene tutto, versate in un grande piatto e finite con lo zucchero a velo.

17.12.09

Risotto alla zucca con olio e semi di zucca



Amo la zucca e la utilizzo per tantissimi piatti sia salati che dolci.
La zucca si sposa benissimo con la carne e con il pesce ma anche con le altre verdure (finocchi e sedano rapa) , con le spezie (curcuma, cumino indiano, zafferano, semi di mostarda, chiodi di garofano, cannella, ginger, macis, peperoncino) e con i formaggi (parmigiano, pecorino, ricotta, taleggio, provola, gorgonzola)
Nei miei viaggi di lavoro ho ritrovato la zucca a Taraoudant, in Marocco, come ingrediente necessario per il cous cous vegetariano. In Messico ho scoperto che i semi di “calabaza” tostati, salati e macinati sono un ingrediente fondamentale della cucina messicana. In Austria poi, non solo si mangiano i semi di zucca glassati con lo zucchero ma si utilizza tantissimo l’olio di semi di zucca (kürbis kernöl) per condire soprattutto l’insalata di patate.
Girovagando su internet potrete trovare un’infinità di versioni di risotto alla zucca. La mia ricetta è un omaggio alla sola zucca e suoi derivati!
Esistono moltissime varietà di zucca. Io preferisco la zucca napoletana, di forma allungata di colore verde-arancio all’esterno ed arancione intenso all’interno. Questa zucca, rispetto alle varietà tonde, è meno dolce, molto più umida e ha una consistenza meno farinosa.
Si presta bene per sughi e condimenti ma non come farcitura per ravioli perché tenderebbe ad inumidire troppo la pasta.

Per 2 persone
400gr di zucca napoletana da pulire
2 spicchi di aglio
2 cucchiai di olio evo
sale
140gr riso superfino (roma – carnaroli)
50gr burro
25gr parmigiano
25gr di pecorino romano
½ cipolla
1 dito di vino bianco secco
0,5lt di brodo vegetale
1 cucchiaio di semi di zucca tostati e macinati grossolanamente
2 cucchiaini di olio di zucca

Pulite la zucca e tagliatela a pezzi poi fatela stufare in padella, con uno spicchio d’aglio e 2 cucchiai di olio, a fiamma bassa e con il coperchio fino a quando sarà cotta.
In una pentola per risotti fate rosolare per 10 minuti a fiamma bassa, in 30gr di burro, un trito composto dalla cipolla ed un piccolo spicchio di aglio.
Aggiungete il riso e fate tostare per 2-3 minuti a fiamma alta cercando di non bruciare nulla :-) poi sfumate con il vino bianco ed aggiungete subito un mestolo di brodo e metà della zucca.
Continuate la cottura per circa 15min aggiungendo il brodo quando necessario. A cottura ultimata aggiungete il resto della zucca ed allontanate la pentola dal fuoco.
Condite con 20gr di burro ed i formaggi poi coprite e lasciare riposare per un paio di minuti.
Trascorsi 3-4 minuti impiattate e cospargete su ogni piatto i semi di zucca, versate un cucchiaino di olio di zucca e… altro formaggio se volete! (meglio pecorino)

1.12.09

La Certosa di Padula


Non ci sono parole per descrivere la bellezza del Parco Nazionale del Cilento e del Vallo di Diano.
Lo scorso week-end ho visitato La Certosa di Padula.
Pur essendo un luogo al di fuori di ogni immaginazione, di uno splendore mozzafiato, non esiste né un sito web né una piccola guida che venga consegnata al visitatore al momento dell’acquisto del biglietto d’ingresso.
Dalla Guida Rossa del Touring Club Italiano sulla Campania:
La Certosa di San Lorenzo, uno dei più grandiosi monumenti dell’Italia meridionale, estesa su una superficie di 51500 m², compresi i chiostri, il cortile ed il giardino fu realizzata per volere di Tommaso Sanseverino, conte di Mársico nel 1306, ma la costruzione si protrasse fino ai primi decenni del XIX secolo. L’aspetto prevalente dei vari corpi dell’edificio è barocco. L’impressione che si riceve dalla visita all’imponente complesso è veramente grandiosa e molto suggestiva.
Il monastero fu assai ricco e dava generosa ospitalità a pellegrini e a forestieri. Nel 1535 vi fu ospite, nel viaggio trionfale da Reggio a Napoli, dopo l’impresa di Tunisi, Carlo V, che vi cenò: secondo la tradizione, i monaci prepararono per lui e per il seguito una frittata di mille uova.

La certosa fu soppressa dal Governo francese, che vi alloggiò 20 mila soldati; col ritorno dei Borboni tornarono anche i Certosini, fino alla soppressione del 1866. Durante la guerra 1915-18 e dal 1940 al 1944 la Certosa fu adibita a campo di concentramento.


Il Chiostro Grande, vastissimo rettangolo di 15000m², a due ordini di portici su 84 archi, del 1690.
Lungo il portico si aprivano i quartieri dei Certosini, costituiti ciascuno da 3-4 stanze, dall'alcova, da un portichetto, da una loggia coperta e da un giardinetto con fontana. Accanto all'ingresso del quartiere è il finestrino per il quale si passava il cibo e un buco donde si porgeva il lume.
All'interno della certosa la Chiesa è ornata da bassorilievi con scene della vita di San Lorenzo.



L'interno della Chiesa dalla struttura ogivale, con volte a crociera, presenta una decorazione di epoca barocca.




Nel lato nord-occidentale, in una torre ottagona, è la grande ed elegante scala ellittica, costruita da Gaetano Barba nel 1761-63, che con due rampe porta al piano superiore, dov'è una galleria che gira sopra il chiostro e che serviva come passeggiata per i monaci.



Per ulteriori informazioni su Padula, sulla sua storia e su cosa visitare, Nicola Cestaro segnala www.padula.info