21.1.10

Marzia Migliora - Forever Overhead - Galleria Lia Rumma Napoli


L'inverno del mercato dell'arte non ferma Lia Rumma che scommette ancora sulla città, raddoppiando gli spazi espositivi con il restauro della sua "aristocratica" dimora.
Un nuovo inizio e un ritorno.
A quasi 40 anni dalla mostra dell'artista americano Joseph Kosuth, sensazionale incipit di una lunga e intensa avventura sempre a sostegno di proposte di qualità, Lia Rumma riparte con l'arte italiana ospitando la personale di Marzia Migliora, Forever Overhead.
La mostra di Marzia Migliora nella Galleria di Napoli precede solo di pochi mesi l'apertura della nuova Galleria milanese di Via Stilicone, un edificio di circa 2000 mq su 4 livelli che inaugurerà in primavera con una personale, ancora all'insegna dell'arte italiana, dedicata ad Ettore Spalletti.
I nuovi spazi restaurati della Galleria Lia Rumma di Napoli riaprono al pubblico con Forever Overhead, mostra personale di Marzia Migliora. Sei nuove opere realizzate dall'artista facendo risuonare fonti diverse che spaziano dalla letteratura alla fisica, dalla storia dell’arte al quotidiano.
All’origine del progetto espositivo, l'affresco della lastra di copertura della Tomba del Tuffatore di Paestum dove un giovane uomo è sospeso tra la colonna-trampolino da cui si è appena lanciato e lo specchio d'acqua sotto di lui.
A quel corpo che vola, disegnando nell’aria un tragitto che accenna, nella lieve curva tra braccia e gambe, a un movimento circolare e perpetuo, si accompagna idealmente il racconto di David Foster Wallace - che dà il titolo alla mostra e all'omonimo video presentato - in cui, nella vertiginosa altezza di un trampolino, si consuma il rito iniziatico di un adolescente verso l’età adulta.
Un corpo si tuffa e nello staccare il peso da terra diviene altro.
Intorno a questo gesto fissato nel video, Marzia Migliora distilla parole, segni e immagini che alludono a un cambiamento di stato. Forever overhead suona come una formula che sospende l’azione in quel vuoto fatto di aria, per sempre lassù, nell’intervallo tra il prima e il dopo, quando non si può tornare indietro e non si conosce ciò che sta oltre. Un istante dilatato ad accogliere pensieri e possibilità, in cui la paura e il desiderio, la vita e la morte, l’ordinario e il trascendentale si rivelano unità inscindibili dell’essere.
La mostra si apre con Blocco di partenza, denominazione che tiene insieme due spinte di valore contrario: l’esitazione, il blocco, e lo slancio necessario a partire. L’artista realizza l'opera in piombo assumendo il proprio peso come unità di misura di una postazione simile a quelle presenti nelle piscine.
Le parole di Erri De Luca Alzo l’ultimo passo che depone in cima dove non è più suolo è aria affiancano la prima opera, quasi un monito allo slancio, ad andare oltre al limite delle paure ed a liberarsi nell’esperienza dell’aria.
Da una citazione dello stesso autore l’installazione: Siamo fatti di questo d’aria e acqua come le comete, una scritta neon che dissolve la sua luminosità fino a spegnersi e scomparire, per riaccendersi in un moto perpetuo.
Ed è ancora un’immagine affiorata dalla storia, lo spunto per Migratori senz’ali: sei teli tessuti al telaio a mano che riproducono le fasi di trasformazione di un corpo in goccia come appaiono nell'opera Tuffatore linee sintetiche del movimento verticale, realizzato nel 1931 dal futurista Thayaht. Alla velocità di caduta che ridisegna i profili stilizzati del corpo, Migliora sovrappone il movimento lento della tessitura, un gesto che, punto dopo punto, ne trattiene l‘impronta.
Conclude la mostra l'installazione Scomparire in un pozzo di tempo. Il pubblico è invitato a posizionarsi al centro del tappeto, dove il tuffo ha lasciato la sua traccia nell’avvolgimento circolare dell’acqua.


Marzia Migliora è nata ad Alessandria nel 1972, attualmente vive e lavora a Torino.
Tra le sue più recenti personali ricordiamo: Forme nel verde (2009), San Quirico d'Orcia, Horti Leonini; My no man's land (2008), Art Agents Gallery, Hamburg; Bianca e il suo contrario (2007), Galleria Lia Rumma, Milano; Tanatosi (2006) Fondazione Merz, Torino; The Agony & The Ecstasy (2005), FACT, Liverpool e Download now, Italian Cultural Institute, London; Appassionata (2004), MART, Rovereto; Pari o dispari (2004), Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino; infine Punto croce (2001), Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, Torino.
Ha preso parte, tra le tante, alle collettive: Emerging Talents. Nuova Arte Italiana (2009), Centro di Cultura Contemporanea Strozzina, Firenze; Hopes & Doubts, cutting edge art between Lebanon and Italy (2008), The Dome, Beirut, Lebanon; Où? Scènes du sud: Espagne, Italie (2007), Portugal, Cerrè d'Art Nimes; La parola nell'arte (2007), Mart, Rovereto; Baroque and Neo-Baroque, DA2-Contemporary Art Centre, Salamanca, Aperto per lavori in corso (2005), PAC, Milano; Dimensione follia (2004), Galleria Civica d'Arte Contemporanea, Trento.
L'artista, con un progetto per il Museo del '900 a Milano, è tra i vincitori del premio internazionale indetto da Twister: Rete Musei Lombardia.

Testo di Francesca Comisso.
Si ringraziano l'azienda Zegna Baruffa Lane Borgosesia e per il film: Ilenia Corti, Marco Fois, Rocco Messere, Luca Ribuoli, Stefano Ricciotti, Daniele Tribi, Guido Viale Marchino.

Marzia Migliora
Senza titolo (A217), 2006
Watercolor on paper Cm 21x30.
Courtesy Lia Rumma


Marzia Migliora
From here to Eternit, 2009
Lettere in macronil con lampadine ad incandescenza da 15 watt bianche 56x630 Edition of 3
Courtesy Lia Rumma

Le ultime due immagini non si riferiscono alle opere in mostra.

13.1.10

I Sassi di Matera

Matera è veramente unica. Spesso si viaggia andando lontano, ore ed ore di aereo per cercare qualcosa che possa emozionarci dimenticando, o senza sapere, che quello che più ci emoziona è a pochi chilometri da casa!


Matera rappresenta lo scenario naturale in cui ricostruire la vita dell’uomo, dall’età della pietra ai giorni nostri, come testimoniano i Sassi, gli antichi rioni scavati nella roccia tufacea, i villaggi trincerati e la chiese rupestri della Murgia, i reperti archeologici del Museo Ridola e le architetture della città moderna.
E’ affascinante guardare da lontano Matera, così arroccata, ma è ancora più suggestivo esserci dentro e scoprire il vasto tessuto urbano che racchiude circa 80 chiese, di cui una sessantina sono rupestri, osservare da vicino le migliaia di abitazioni trogloditiche interamente scavate nella roccia, gli innumerevoli “vicinati” e gli ingegnosi sistemi di raccolta delle acque come le cisterne “a tetto” e “a campana”, i pozzi, i palombari e le neviere. La sensazione è quella di essere in un presepe e di vivere in un’altra epoca, tanto che alcuni grandi maestri del cinema, da Pier Paolo Pisolini a Mel Gibson, hanno scelto di ambientare i loro film in questa suggestiva cornice.


I Sassi di Matera sono il primo luogo al mondo dichiarato “paesaggio culturale” e dal 1993 sono stati inseriti dall’UNESCO nella lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità. Possono essere paragonati ad una “gigantesca scultura” formata da un intricato avvicendarsi di vicoli e scale, di grotte e palazzotti signorili, di archi e ballatoi, orti e ampie terrazze, scavati nel promontorio roccioso a ridosso della Gravina, un profondo canyon attraversato dall’omonimo torrente.
Il rione Civita, il nucleo più antico dell’abitato nella parte più alta del promontorio, domina e divide gli altri due rioni, il Sasso Barisano ed il Sasso Caveoso. La Civita è caratterizzata dal Duomo, edificato sulla sua acropoli, dai resti delle torri Metallara, Quadra e Capone che la cingevanoe dai bei palazzi nobiliari.
Il Sasso Barisano si estende a nord ovest della Civita, nella valle su cui affaccia la Cattedrale. Il Sasso Caveoso, a sud della Civita, anche se presenta notevoli costruzioni palazziate, è il quartiere più scavato e lo testimoniano le chiese rupestri, le case-grotta e le numerose cantine.






Enogastronomia ed artigianato.
Il pane di Matera (a marchio IGP), dalle tipiche forme a cornetto, è un pane pregiato per il profumo, la fragranza, il gusto e il colore giallo paglierino della mollica. Viene spesso usato nella preparazioni di piatti della tradizione culinaria materana.
Ottimi anche i prodotti da forno. Non manca il buon vino che ha meritato il marchio rosso Doc di Matera, un primitivo gradevole, pieno ed armonico.
Gli artigiani materani, eredi di antichi segreti, creano piccoli e unici capolavori lavorando il legno, il tufo e l’argilla. Anche la tradizione dei cartapestai è antica e legata ai culti religiosi, in particolare alla realizzazione del Carro Trionfale della Festa della Bruna.
Il simbolo di Matera è il fischietto di terracotta detto “cucù”.



L' albero blu, fischietto realizzato dallo scultore Pietro Gurrado


San Giovanni Battista





Foto:
© Giulio Cesare Fella
Testi:
© BASILICATAMateraITALY pubblicato da APTBasilicata

link utili:
Sassi di Matera
Guida ai Sassi di Matera
Locanda di San Martino