30.8.13

Prodotti della Campania



A proposito dei prodotti della Campania, ecco cosa scriveva Settimia Cincinnati in Mangiamo così.
Edizioni del Delfino - Napoli, 1977



Cucina povera, quella della Campania, ma estrosa e piccante: non possiede magnificenza di carni, ma abbonda di ortaggi, non ha la spinta della golosità, ma fa gustare semplici e direi spiritose combinazioni. Di fronte alla sontuosa bistecca fiorentina da seicento grammi, la fetta di pane "cafone" con un pomodoro e una foglia di basilico non è da meno, per sapore e odore.
Ma quanta ricchezza vegetale in quella che un tempo fu Campania Felix! Quanta vita nelle “spaselle” riboccanti di pesce portate a riva dalle paranze e dalle lampare! Quale semplicità arcadica nei latticini nati forse nelle grotte del cavernicolo ed ora dilaganti in tutto il mondo! Quale monumento i maccheroni, “cibo divino”!
Ecco i nostri tesori: le aragoste di Ponza, le ostriche del Fusaro, i pomodori e i peperoni dell’agro nocerino, le castagne, noci e nocciole dell’Avellinese, i latticini del Salernitano, i limoni, l’olio e il burro di Sorrento, le alici salate di Cetara, i cedri di Sapri, i meloni di Marigliano, i fichi e le olive del Cilento, le fragole di Afragòla, le mele di Melizzano, le pesche di Calvizzano, le cipolle “della Rocca” di Cicciano, i tòtani di Capri, il capocollo di Montesano e di Mugnano del Cardinale, l’aglio del Nolano… e poi un mare di ortaggi – piselli, fave, fagiolini, zucchini, asparagi, cavolfiori, carciofi, zucche, ceci – di verdure di ogni specie dai broccoletti al basilico, una gloria di aranceti e frutteti e oliveti in ogni angolo della Campania.
Ecco i dolciumi, i torroni, i liquori del Beneventano, il trionfante nocillo e le centerbe conventuali; ecco i grandi vini cari ad Orazio ed Apicio; i latticini di bufale vaganti nella piana di Pesto e nel Giuglianese… che più? La pasta, scusate se è poco: i maccheroni, i vermicelli, i fusilli carissimi perché ancora lavorati a mano, col ferro da calza; pasta di ogni forma e grandezza, creata con la fantasia e l’oro di Napoli, cioè le innate sobrietà e pazienza della nostra gente.
E non dimentichiamo i capretti, i maiali, i conigli, il pollame, tutto il bestiame di serie B che pure dà alla Campania vivande squisite e insaccati famosi.
Questo volevamo ricordare a quanti leggeranno questo libro dedicato con amore alla terra che ci ha visto nascere e della quale non finiremo mai di apprezzare i doni.


14.8.13

Sagra del vino e saucicciata a Fontana d’Ischia



La sagra del vino e saucicciata a Fontana d’Ischia è ormai l’appuntamento più atteso della stagione estiva, sia per i fontanesi che per i "forestieri".
Una festa dalle radici popolari, il cui intento, si tramanda invariato nel corso delle edizioni grazie al lavoro degli associati della Pro Serrara Fontana.
Nata nel 1975 semplicemente per festeggiare l’antica tradizione fontanese che vedeva gli abitanti di questa frazione di Ischia recarsi nel bosco della Falanga la prima domenica di agosto a raccogliere la neve, conservata nelle profonde fossa, che veniva poi utilizzata per realizzare delle dissetanti granite una volta discesi sulla costa.
Oggi c’è soprattutto la voglia, da parte degli organizzatori di quest’evento, di valorizzare il proprio territorio, di far conoscere le tradizioni, le abitudini ed il cibo locale.
La scelta della sauciccia fontanese, preparata sempre dalla stessa famiglia arrivata ormai alla terza generazione di macellai, sta quasi a sottolineare che ad Ischia non esiste solo una tradizione gastronomica marinara ma anche e soprattutto una forte tradizione di terra.
In secondo luogo, grazie a questa manifestazione, si ha la possibilità di ammirare la bellezza del paesaggio e contemporaneamente gustare la bontà dei prodotti quali il superbo vino fatto con uva locale e le prelibate salsicce… cibo semplice e genuino!
Partecipare a questa serata non è stato solo il modo migliore per gratificare tutti coloro che con grande entusiasmo, ogni anno, contribuiscono volontariamente alla realizzazione di quest’evento ma è stato principalmente… un viaggio sensoriale e visivo!
Il mio viaggio è iniziato quando superata la fonte di Nitrodi, ho iniziato a percorrere la strada in salita verso il comune di Serrara – Fontana.
Procedendo lentamente mi sono fermato più volte lungo la strada a guardare dall’alto la bellezza della costa che degrada verso Sant’Angelo e ho colto, con il mio sguardo, tutto ciò che normalmente può sfuggire a degli occhi abituati a tale vista!
Arrivato a Fontana, gli odori della vegetazione hanno lasciato ben presto il posto al profumo delle braci a cui è seguito il profumo delle salsicce grigliate e del magnifico vino tutto accompagnato dai canti e dalla musica folk degli Spakkaneapolis 55.
Ma la sagra mi ha offerto ancora un’altra opportunità e cioè quella di ammirare i volti della gente.
Volti di anziani che esprimono la saggezza del tempo e volti di bambini su cui si legge una qualità della vita migliore, decisamente più sana di chi vive in città.
Per chi come me è sempre in giro, questa serata è stata l’occasione giusta per apprezzare l’importante significato delle cose semplici, genuine e popolari!
Il mio augurio è che grazie al successo di questa sagra, nata quasi per gioco 38 anni fa, gli organizzatori abbiano costantemente la forza e la volontà di riproporla negli anni a venire, beneficiando della partecipazione di un numero sempre crescente di cittadini.


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